La scala dei colpevoli è infinita.

L’Uomo ha un’immensa ed indefinita abilità.
Riesce a metterla in pratica il 99% del suo tempo e ne fa baluardo attivo per tutti i tipi di esperienza negativa. E’ davvero un maestro in questa pratica, ed il bello è che riesce a farne uso in modo totalmente automatico ed inconsapevole. Un vero artista in questo settore che lo vede al centro di misere speculazioni, ed orridi malefatti, che si muovono in sordina, approfittando della sua ignavia ed inconsapevolezza.

Sto parlando della capacità di proiettare all’esterno la causa dei propri problemi e della connessa abilità nel deresponsabilizzarsi, in modo sistematico e naturale. Questa pratica, divenuta abituale, si colora, tra l’altro, di critiche, giudizi, torpiloqui, maldicenze, insinuazioni, malignità … una serie infinita di attività atte a scaricare quel senso di colpa troppo pesante per essere sostenuto solo dal proprio Io.

Non esistono colpevoli per il destino del singolo.

Purtroppo, ormai, da sempre, si parla di come i fattori esterni riescano ad impattare sui singoli individui, influenzandone l’esistenza e plasmandone la crescita. Del resto, anche discipline terapeutiche, socialmente riconosciute, come la psicoanalisi e la psicoterapia, rintracciano le turbe dei disagi personali in elementi esterni, come ad esempio le fasi evolutive dell’infanzia, caratterizzate da traumi particolari; le figure genitoriali che, attraverso lo stile educativo adottato, plasmano il futuro uomo. L’ambiente ed il sistema di appartenenza che, con la loro struttura, modellano atteggiamenti e caratteristiche individuali. Questo è parte di ciò che ci raccontano terapeuti di gran calibro mentre svolgono la loro nobile attività di sostegno.

Non mi dilungo in ulteriori esempi e parallelismi.
E’ facile accorgerci di come il nostro dito sia costantemente puntato verso il prossimo. Questo lo facciamo per distrarci dalla paura di mettere in atto ciò che effettivamente dovremmo fare: volgere lo sguardo verso e dentro noi stessi.

Vi è sempre un modo diverso di guardare la vita. Esite un approccio che, forse, nessuno ci ha ancora mai narrato. Sta a noi scegliere se continuare ad essere vittime, proiettando tutte le colpe personali sul mondo esterno, piuttosto che prendere in mano il proprio destino, ed iniziare a modificare la vita secondo quei parametri verso i quali il nostro cuore anela e ci indirizza.

La realtà che ti circonda riflette la tua immagine. Il mondo è lo specchio della tua interiorità, del tuo modo di essere. Ciò che osservi intorno a Te sono solo rappresentazioni materiali di caratteristiche interiori che ti appartengono. Ogni volta che ti ritroverai a giudicare tutto ciò che è “altro da Te” ricorda che starai semplicemente giudicando te stesso. Inizia ad osservare il mondo con occhi diversi …
potresti scoprire un nuovo tipo di realtà che mai ti saresti aspettato.

Rifletti 😉
Donatella Di Mauro

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