Migliorare la vita di un’altra persona.

servire il prossimo

Nessuno ha bisogno di chiedersi che scopo abbia nella vita ma ognuno di noi può trovarlo nel servire il prossimo. Se ciascuno di noi riuscisse, anche un solo giorno, ad indirizzare la propria attenzione su come migliorare la vita di un’altra persona, seguiremmo la volontà  del nostro Io più profondo, della nostra Anima.

Preoccuparsi delle vite altrui vale più di qualunque somma di denaro.

 

Non importa quale lavoro svolgiamo. Quello che conta è concentrarci su come possiamo servire gli altri. Pensiamo alle persone che ci sono intorno senza distinzione di classe. Possiamo essere a capo di un’azienda o seguire le direttive di un qualunque “capo”. E’ possibile che ci ritroviamo senza un lavoro o che ci concediamo ad una forma di volontariato.

Riflettiamo su come dare tutti noi stessi agli altri. Aspettiamoci, anche, che qualcun’altro possa farlo per noi.

Potremmo divenire  un’applicazione vivente delle 4 virtù:

  1. Il rispetto dell’esistenza
  2. la sincerità,
  3. la gentilezza
  4. la disponibilità verso il nostro prossimo.

Vivere le virtù è tutto ciò che ci serve.

La verità è che qualcos’altro si occuperà di noi. Basta solo arrendersi.
Arrendersi a qualcosa di superiore al quale siamo tutti collegati e che controlla tutto.

C’è uno spazio nel profondo di ognuno di noi che chiede di essere riempito. Vuole sapere se la nostra vita ha impresso un segno, una differenza in questo mondo lasciandolo migliore di come l’abbiamo trovato.

Credere di aver bisogno di ciò che non si ha è una buona definizione della follia.

Sentirsi inappagati finché non si ha ciò che si vuole è un’illusione.

Non abbiamo bisogno del di più.

Vogliamo capire se la nostra esistenza ha influito veramente sulla vita di qualcun’altro. E’ così per tutti, non è una questione di età e non si tratta di trovare se stessi.

Chiunque siamo, a qualunque età, siamo tutti ad un battito di cuore dalla nostra svolta.

Rifletti 😉
Donatella Di Mauro

Testo tratto e rivisitato da: “The Shift” di W. Dyer

Pietro Lo Iacono
agosto 7th, 2017 at 5:13 pm

“bene con ciò che si ha”. Ma l’invidia, è trasmessa, naturale colpo d’ali (mentalismo), da chi ha a chi non ha. Perchè si scriverebbe
altrimenti, “hanno”, “ha”?
Vedi se ti riesce di rinsavire, di servire virtù a chi non sei. Di rivisitare “on the storm” il realismo/simbolismo di Riders To The Sea.

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